Si avvicina la notte di San Silvestro con i suoi spettacolari fuochi d’artificio, che illuminano l’ingresso nel 2023 all’insegna dell’inquinamento ambientale, sia atmosferico sia acustico.
Infatti, durante la notte di Capodanno, l’ARPA (Agenzia regionale per la protezione ambientale) registra nelle diverse città italiane un aumento dell’inquinamento atmosferico a causa delle emissioni rilasciate nell’aria di metalli pesanti e polveri sottili, con conseguenze negative sulla salute umana, come sottolinea l’Organizzazione mondiale della sanità. Queste sostanze volatili e i resti delle esplosioni dei fuochi (carta e plastica), inoltre, inquinano le città, le campagne e le acque dei mari.
Per quanto riguarda l’inquinamento acustico, i botti di Capodanno mietono vittime soprattutto tra gli animali. Data la loro soglia uditiva più sensibile rispetto all’uomo, infatti, le deflagrazioni nella notte di San Silvestro determinano, soprattutto negli animali selvatici (uccelli, rapaci notturni, volpi, pipistrelli), la perdita dell’orientamento in volo e fughe improvvise dai rifugi, con conseguenze mortali a causa dell’impatto con le superfici (edifici, lampioni, auto), nonché infarti per lo spavento. Spavento che negli animali da allevamento (ovini, bovini, cavalli, asini, ecc.) può portare, addirittura, ad aborti spontanei. In Estremo oriente sono molto diffusi i fuochi d’artificio silenziosi, i quali non riducono, tuttavia, l’impatto dell’inquinamento atmosferico.
Recentemente, però, sono stati introdotti fuochi d’artificio ecologici, come quelli a base di nitrocellulosa, che riducono del 90% l’emissione nell’aria di metalli, e quelli totalmente biodegradabili, ideati dallo Studio olandese Roosegaarde con il progetto Spark, “scintilla”. Le scintille sono fuochi artificiali organici che illuminano il cielo come lucciole per poi disperdersi nell’aria in modo sostenibile (https://www.youtube.com/watch?v=6cVNStE7wco).