Le misure contenute nel testo della “Nature Restoration Law” obbligano gli Stati Membri al ripristino del 20% degli ecosistemi degradati entro il 2030 e all’ eliminazione degli stessi prima del 2050.
La legge prevede una serie di obiettivi specifici da raggiungere nei prossimi anni, a partire dal ripristino di almeno il 20% degli ecosistemi terrestri e marini, alla ricostituzione del 15% dei fiumi nella loro lunghezza. Tuttavia, la riqualificazione degli ambienti naturali non riguarda solo aree protette e riserve naturali, ma coinvolge anche i terreni agricoli, nei quali è prevista la realizzazione di progetti ad alta biodiversità, su almeno il 10% della superficie utilizzata, e le aree urbane, nelle quali è prevista la presenza di almeno il 10% di copertura arborea.
I dati sul degrado degli ecosistemi in Europa sono allarmanti. Infatti, si stima che circa l’81% degli habitat europei versi in condizioni critiche, con perdite elevate di biodiversità. L’Italia, per quanto una delle regioni europee con altissimi livelli di biodiversità, presenta il 68% degli ecosistemi a rischio, con più di 160 specie animali a rischio d’estinzione.
Quindi, l’obiettivo principale della Nature Restoration Law è quello di invertire il declino ambientale dei territori dell’Unione Europea, proteggendo e ripristinando la biodiversità al fine di limitare disastri e catastrofi naturali con una serie di benefici per la salute e la sicurezza della popolazione.